Breve storia della Bassona naturista
(Lido di Dante - Ravenna)
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Riassumo, in breve, gli anni che
dal 1977 hanno visto la mia
presenza naturista alla Bassona:
-Io e mia moglie eravamo già
naturisti e frequentavamo l'Istria;
un compagno di lavoro (era l'inizio
della primavera del 1977) che
aveva uno dei circa 100 capanni
allora presenti alla foce del torrente Bevano, mi disse che alcuni avevano notato delle persone nude fra le dune poco a nord della foce.
Decidemmo, quindi, di andare a
vedere se fosse stato possibile fare naturismo in quella zona a noi abbastanza vicina. Camminando sopra la duna principale più alta e a circa 500 metri a nord della foce (2,5Km dal paese di Lido di Dante) notammo tre coppie di naturisti nascosti in buche fra le dune alle spalle della spiaggia. Io e mia moglie ci aggiungemmo a questi e continuammo a frequentare quelle dune tutti i fine settimana soleggiati. Arrivato il caldo dell'estate stare nascosti
dentro alle dune divenne insopportabile e, una coppia dopo l'altra, ci spostammo subito davanti alla duna principale di fronte al mare con una spiaggia larga una cinquantina di metri. Anche se all'inizio la passeggiata degli osservatori lungo la battigia era compiuta da pochissime persone, col passare del tempo il numero aumentò notevolmente tanto che per alcuni anni si faceva quasi fatica a vedere il mare dalla base della duna.
Fra le persone che componevano il corteo settimanale frequentemente accadeva che alcune di loro lo lasciassero convincendosi al nudismo.
Alla fine degl'anni 70 arrivammo ad essere un bel numero che stimo sulle 300-400 persone.
Le autorità ed i frequentatori tessili della foce (tranne alcuni che non mancano mai) accettarono bene i nudo-natuisti, in particolare dopo l'archiviazione di 14 naturisti nel dicembre 1979 e la sorveglianza della pineta Ramazzotti retrostante era sempre ben presente con due guardie forestali e un volontario che si chiamava Nello che alloggiava addirittura in un capanno della forestale in pineta.
I problemi vennero verso il 1983-84 quando la presenza dei tanti giovani che si drogavano
facessero in modo che col loro comportamento poco civile con numerosi furti e con retate della
forza pubblica, quindi il numero dei naturisti si ridusse a poche decine.
A questo punto io ed altri 6 naturisti il 2 marzo 1985 per difendere più adeguatamente i nostri diritti di minoranza come detta la Costituzione fondammo l'Associazione Nudista Emiliano Romagnola (ANER) della quale fui presidente sino al 2001.
Pensai che vista la situazione esistente alla foce del Bevano sarebbe stato bene spostarsi verso nord di circa 2 chilometri (area detta Bassona) e subito a sud della parte di spiaggia libera
frequentata da alcuni ospiti del Camping Classe di Lido di Dante: una spiaggia che allora era
praticamente deserta e molto larga con alle spalle delle bellissime dune e la pineta Ramazzotti e riserva naturale.
Incontrai alcune autorità locali iniziando dall'assessore al Patrimonio di Ravenna Francesco Renda ed assieme a Renda il sindaco Giordano Angelini ottenendo un parere favorevole (fra l'altro c'era anche l'interesse turistico) alla nostra presenza. Angelini successivamente fu eletto deputato e firmò
la prima proposta di legge sul naturismo presentata da Sauro Turroni nel 1993 da me chiesta, Nei mesi successivi mi rivolsi a Mauro Gabelli presidente del Comitato cittadino di Lido di Dante che ci fu vicino per tanti anni e convinse l'allora proprietaria del Camping Classe Luisa Montanari, nel 1989, a concederci uno spazio riservato nella sua struttura.
Nella primavera del 1986 in seguito ad una interrogazione presentata dell'on. Stefano Servadei (Consigliere regionale e più volte eletto a Montecitorio) sull'utilizzo di alcune aree per i naturisti, ci fu la risposta dall'assessore Giorgio Alessi a nome della Giunta regionale emiliano romagnola anch’essa favorevole per le aree richieste a Lido di Dante ed a Lido di Spina.
A questo punto invitai gli amici iscritti all'ANER a spostarsi ed una decina di noi, iniziarono la frequentazione naturista da quel tratto più a nord della Bassona.
Ponemmo, per conoscenza di tutti, un lungo striscione in spiaggia subito a sud dei frequentatori tessili con una grande scritta “Area Naturista FKK e ad una distanza di circa 50 metri il gruppetto inizio la sua presenza. Anche i media locali ci aiutarono pubblicando la nostre giuste ragioni difendendoci da chi, a torto, riteneva il nudo-naturismo una cosa sporca. La notizia si diffuse e crescemmo tantissimo arrivando ad essere la spiaggia più affollata e più ampia d’Italia frequentata dai nudo-naturisti. Anche i carabinieri (in particolare i militari della nuova stazione di Lido Adriano) ci protessero da certi personaggi che non sempre si comportavano bene intervenendo anche in borghese a fare opera di persuasione e denunce.
Solo nel1994 successe un fatto certamente a noi ostile ed i carabinieri intervennero a fare denunce contro i naturisti per “Atti indecenti” (nel periodico della diocesi di Ravenna ”Risveglio 2000” furono anche pubblicate lettere che parlavano male dei naturisti della Bassona con affermazioni che mi risultavano non vere).
Nei giorni attorno alla Festa della liberazione del 25 aprile due carabinieri (gli stessi coi quali
avevo più volte scambiato opinioni ed avevano controllato la duna per proteggerci da chi violava la legge) iniziarono a prendere i nomi dei bagnanti sorpresi nudi. Fui informato di questo da conoscenti e subito ritenni fosse uno scherzo. Ed invece no: successivamente li vidi anch'io ed ovviamente nudo mi recai da loro e chiesi cosa stava accadendo dopo 8 anni di pacifica
accettazione della nostra presenza in loco.
A mio parere un atto ostile perché c’erano state decisione di molti Giudici con archiviazioni od
assoluzioni in seguito a pubblici processi ritenendo non reato il nudo integrale se praticato in modo innocente: in luoghi noti e non solo noti quando già negl'anni 70 il Pretore di Milano Francesco
Dettori ( poi Procuratore capo a Bergamo sino alla pensione nel gennaio 2016) assolse un turista
che girava nudo per Milano). I Carabinieri mi risposero solo di aver ricevuto l'ordine di identificare i naturisti. Capii che qualcuno molto forte voleva darci battaglia e detti subito i miei dati personali per aggiungermi all’elenco.
Chiesi chiarimenti ad alcune autorità e mi fu comunicato che certamente non sarebbero più
intervenuti con denunce sino al processo al quale solo io ed un amico accettammo per difendere i
nostri diritti a differenza degl'altri 40 denunciati che accettarono la condanna d'ufficio meno
costosa:274.000 lire e con rispetto dell'anonimato ma, voleva dire arrendersi e se tutti si
arrendevano la minoranza naturista alla Bassona sarebbe stata annientata ed oggi solo un ricordo.
Il processo a mio carico tenuto assieme a quello del mio amico si svolse il 20 novembre 1995 (RAI
Emilia Romagna presente) ed il Pretore di Ravenna Dr.ssa Donatella Di Fiore ci assolse dal reato contestatoci di”Atti contrari alla pubblica decenza (art...726 C.P.) porche” il fatto non sussiste”. Ritornò quindi la normalità in spiaggia sentendoci più forti e tranquilli.
Nell'aprile 1997 fu eletto Sindaco di Ravenna Vidmer Mercatali (Assessore al Turismo sino a 77) a noi molto vicino: rimase in carica per 2 mandati sino al 2006 quando fu eletto Senatore della
Repubblica. Egli accettò subito la mia richiesta in qualità di presidente ANER di porre a carico
dell'Amministrazione un servizio igienico ad uso prevalente dei naturisti alle spalle della spiaggia
che fu accettato anche (ovviamente senza problemi) dalla Corpo forestale.
L'anno successivo di questo servizio non ne feci più richiesta in particolare perchè c'erano molti
costi e l'uso era di pochissimi bagnanti. Comunque sino alla fine del mandato del sindaco Mercatali abbiamo avuto da lui molti aiuti anche partecipando a nostro favore in programmi televisivi.
Accettò pure di fare un'ordinanza ci riconosceva ufficialmente una parte di spiaggia della Bassona che chiesi nel 1999 dopo che
l'amministrazione
comunale di Roma guidata
dal sindaco Francesco
Rutelli approvò (primo in
Italia) una delibera che
concedeva un tratto di
spiaggia per i naturisti a
Capocotta.
L'area riconosciuta alla
Bassona iniziò nell'estate del
2002 e fu rinnovata sino al
2006.
Iniziò solo nel 2002 perché – mi disse il Sindaco, voleva attendere la fine dell'iter della proposta di legge presentata da Sauro Turroni (da me promossa) che sottoscritta da ben 106 deputati era stata affidata all'esame della Commissione Affari Sociali della Camera ed aveva come relatrice la ravennate on. Elsa Signorino (oggi assessore alla cultura di Ravenna). La legislazione, purtroppo terminò nel
2001 senza che la Pdl arrivasse in porto; così Mercatali nel 2002 firmò l'ordinanza naturista.
Nel 2001 fui sostituito alla presidenza dell'ANER dall'avv. Giovanni Marcacci (tutt'ora in carica) del quale ritengo, a mio giudizio , non abbia fatto la minima attività necessaria per affrontare i problemi dovuti anche con l'arrivo del sindaco di Ravenna eletto nel 2006 Fabrizio Matteucci che inventò, a mio parere, la favola che la legge regionale dell' Emilia Romagna intitolata “Valorizzazione del turismo naturista” obbligava la presenza del servizio igienico (il comma 2 dell'art.3 della legge n° 16 del 31 luglio 16 non parlava di servizi igienici ma semplicemente di servizi in generale e per una valorizzazione non occorrono solo i servizi igienici) e non rinnovò più
l’ordinanza che da cinque anni era stata sempre emessa.
La legge regionale poi negl’anni e sino ad oggi fu adattata ed interpretata secondo le richieste del sindaco di Ravenna alla Regione che aveva ed ha come Assessore al Turismo Andrea Corsini prima in carica a Ravenna.
Il sindaco Matteucci disse anche che non poteva porre i servizi igienici perchè la forestale guidata
dal Comandante Gianpiero Andreatta affermava che non poteva accettarli all'interno della riserva naturale dove al contrario (come detto sopra) furono accettati nel 1997. Matteucci, quindi, affermava che non poteva rinnovare l'ordinanza del suo predecessore ed il naturismo di cui si diceva non contrario non poteva addirittura praticarsi alla Bassona.
Io sono stato sempre convinto che Matteucci, assieme ad altri, non ci volesse bene perchè non ha neppure dotato la spiaggia del bagnino di salvataggio che era presente nei cinque anni precedenti che non richiedeva alcuna ordinanza pro naturisti.
Ovviamente la parola di un sindaco che non si confrontava mai e pure alle assemblee cittadine (due volte all'anno) raccontava la sua favola e poi scappava perchè diceva che aveva da celebrare un
matrimonio, veniva presa per buona da diversi media anche nazionali che riportavano che il
naturismo a Lido di Dante era vietato: ma non per la magistratura come ha più volte affermato.
L’amministrazione guidata da Matteucci cercò di cacciare il turismo naturista come se naturisti fossero delinquenti ed i soldi che lasciano fossero del diavolo! Nella primavera del 2010 gli oltre 2Km di spiaggia da decenni frequentata dai naturisti venne ridotta a meno di 500 metri dalla forestale con la motivazione che occorreva proteggere la
nidificazione del fratino che rischia l’estinzione.
Poi il 26 giugno 2010 il prefetto di Ravenna Riccardo Compagnucci andò di persona sulla spiaggia
e fece spostare il limite che era stato fissato di altri 600mt circa perché insufficiente ad accogliere i tanti naturisti. Purtroppo egli lasciò la sua carica a fine anno e la situazione per i naturisti
degenerò notevolmente dall’anno successivo.
Nel 2012 i naturisti, che frequentavano la spiaggia detta della Bassona a Lido di Dante (RA), che a nord è antistante al Camping Classe, hanno rischiato grosso: I naturisti hanno rischiato l'estinzione (secondo la mia interpretazione) perchè dall'inizio della primavera di quell'anno iniziarono a fioccare molte decine di denunce per violazione all'art. 726 del cip. sino ad arrivare ad un numero che si calcola fossero oltre la sessantina sino a metà giugno.
Appena arrivati i primi caldi a metà marzo i naturisti stesi al sole in spiaggia ebbero la
sorpresa di vedersi apparire davanti gruppi numerosi, mai visti, di guardie forestali (normalmente
sei) che si avvicinavano a chi era nudo e stesero un verbale di denuncia per, la maggior parte,
ritenute violazione di “atti contrari alla pubblica decenza”(art.726 cp). Denunce che sono continuate
sino quasi alla metà giugno.
Veramente una sorpresa questo comportamento della forestale che mai (a parte un caso isolato che dissero dovuto ad una inesperienza da parte di due guardie che fecero una denuncia finita con l'assoluzione del naturista nel 2008) avevano messo in atto nella storia naturista della Bassona a
partire dal 1977:anno in cui io iniziai a frequentarla.
A dare disposizione per intervenire fu il Comandante della Forestale di Ravenna: il primo dirigente Gianpiero Andreatta, che a fine marzo dichiarò “Quest’anno si è già partiti, si sanziona il naturismo.
I controlli della Forestale si muoveranno su un doppio binario: la tutela ambientale e la stretta
applicazione della legalità”. Il che significava “salvaguardia dell’ambiente e contrasto alla praticanaturista”.
I naturisti rischiarono di sparire perchè le denunce verso loro erano continue e le guardie forestali erano sempre presenti in spiaggia in massa (e pensare che in passato la forestale si lamentava per mancanza di uomini) e le reazioni dell'Associazione Naturista Emiliano Romagnola guidata da
Marcacci si limitarono solamente a qualche e-mail alle autorità ed una piccola protesta ci fu solo il
16 giugno in piazza del Popolo a Ravenna con 16 persone ed una piccola catena il 17 in spiaggia
alla Bassona che era piena di ignari naturisti al sole (oltre un migliaio) perchè era una bellissimagiornata dopo tanti giorni di brutto tempo. Quel giorno la forestale era ovviamente presente in gran numero con a capo il Dr. Nobili responsabile dell'Ufficio della Biodiversità di Punta Marina.
Stando ad alcune voci, vista la presenza di numerosissimi naturisti avrebbe chiesto, per intervenire, l'aiuto dei Carabinieri e della Polizia che non fu accolto e la forestale si limitò, pare, a fare solo alcune foto e riprese video.
Forse il comandante Andreatta pensava che se continuavano le denunce per tutta l'estate di naturisti ne rimanevano ben pochi perchè sono poco combattivi.
Ma fortuna volle che intervenisse la magistratura in tempi rapidi (raramente in Italia) risolvendo il
problema creatisi.
La dr.ssa Monica Gargiulo della Procura di Ravenna in data 24 aprile 2012 chiese al Giudice di
Pace per le indagini preliminari l'archiviazione perchè "trattasi di luogo se pure non più riservato ai naturisti è comunque un luogo normalmente e tradizionalmente
frequentato da costoro " a favore di uno dei primi naturisti denunciati a marzo.
Il Giudice di Pace dr.ssa Maria De Rosa il 26 maggio dispose l'archiviazione perchè "trattasi di
luogo se pure non più riservato ai naturisti è comunque un luogo normalmente e tradizionalmente frequentato da costoro ".
La notizia delle archiviazioni con la pubblicazione degl'atti fu data solo un mese dopo: il 26 giugno.
A questa prima archiviazione ne seguirono altre 4 e la forestale smise di continuare con le denunce prendendo atto che sbagliava, mentre i naturisti tirarono un bel respiro di sollievo.
Poi a mettere una certa insicurezza arrivò dalle ferie l’allora Procuratore capo di Ravenna dr, Roberto Mescolini che attorno al 05 luglio dichiarò ad alcuni media di Ravenna che “ non è detto che in futuro prendendo in mano i fascicoli delle denunce per atti contrari alla pubblica decenza già fatte dal corpo forestale ai nudisti sulla spiaggia di Lido di Dante i pubblici ministeri chiedano l'archiviazione come accaduto con le prime esaminate. Non esiste alcun «orientamento univoco della procura circa la liceità del naturismo in una zona del litorale ravennate” Ed infatti
non ci furono più archiviazioni ma rinvii a giudizio al Giudice di Pace che poi assolse tutti coloro
che andarono al dibattimento (credo una trentina di processi) negl'anni 2013-e 2014. Anche nel
gennaio 2015 si è avuto notizia dalla stampa di due denunciati nel marzo 2012 per “atti osceni” ed
uno assolto dal giudice del tribunale di Ravenna perchè non commise alcun atto osceno per il fatto che in realtà i due erano stesi vicini ma ascoltavano solo musica (l'altro non accettò il dibattimento e fu condannato d'ufficio con una ammenda condonata), così come fecero diversi naturisti denunciati
in quella nera primavere del 2012.
Il 19 luglio 2012, ci fu un drammatico incendio nella Pineta Ramazzotti posta alle spalle della
spiaggia naturista che distrusse una vasta area di oltre 60 ha. Il mio sospetto è che qui la forestale del comandante Gianpiero Andreatta abbia avuto delle colpe perchè, se è vero, quello che io sentii da alcune persone che il fumo dell'incendio ben visibile dalla spiaggia si notò
attorno alle 10-10.30 del mattino e l'intervento dei pompieri arrivò molto tardi ed avrebbe avuto
molti problemi per superare le sbarre per accedere in pineta sul luogo in cui si sviluppò.
Inoltre pare che la sorveglianza diretta della pineta da parte degli guardie forestali per prevenire gli incendi fosse stata praticamente assente, al contrario del grande dispiego di uomini per denunciare i naturisti nella passata primavera.
Poi un sollievo da parte di molti arrivò il 17 settembre con la partenza per Forlì del Comandante Gianpiero Andreatta che scambiò la sede di Ravenna con il Comandante di Forlì dr. Giovanni Naccarato che dal 16.03.1997 al 12.05.2002 fu Capo Ufficio Amministrazione Gestione ex-Azienda di Stato per le Foreste Demaniali di Punta Marina Terme (RA) ed accettò nel 1997 la richiesta di porre in pineta Ramazzotti alle spalle dell'area naturista due servizi igienici prefabbricati che invece
rifiutò Andreatta nel 2007 dicendo che non si poteva.
Qualche mese in più, invece, rimase al suo posto di Capo della Procura di Ravenna Roberto
Mescolini che, mi pare, gradisse rinviare a giudizio i naturisti denunciati dalla forestale: rimase in carica sino al 30 maggio 2013 favorendo così positivamente (ritengo) i processi ai naturisti rinviati a giudizio che iniziarono il successivo mese di giugno.
Certamente sbaglierò ma, guardando i fatti accaduti menzionati sopra ed altri, non mi sento di escludere che fra alcune autorità ci fosse stata una manovra concordata antinaturista.
Se la Magistratura non fosse intervenuta, e celermente, a nostro favore certamente la
sospetta trojka Matteucci , Andreatta, Mescolini, con la collaborazione di Ancisi e
Minichini (esponenti di opposizione aderenti alla Lista per Ravenna) avrebbero forse,
già festeggiato la vittoria sui naturisti e la sconfitta della convivenza civile nella
località.
Io ho cercato (qualche anno con alcuni amici) di lottare, per avere il maggior spazio possibile per il
naturismo, che almeno fosse rispettato il punto storico iniziale più a nord ma, un regista nemico
mi ha combattuto convincendo chi si poneva all’inizio a spostarsi. Io che resistevo a certi atti che
ritenevo anche illegali ho ricevuto diverse visite con denunce che non hanno avuto seguito da
parte di molti corpi della forza pubblica con articoli anche sulla carta stampata ed accompagnato in Questura senza, a mio giudizio, una ragione valida.
Dopo le elezioni comunali di Ravenna del giugno 2016 con l'elezione del nuovo sindaco PD
Michele de Pascale i naturisti speravano che le cose andassero meglio con la fine della discriminazione verso i
naturisti e per gli interessi
economici dati dal turismo
naturista che De Pascale quando era candidato sembrava accettasse.
Ma nulla ha fatto sino al
quarto anno del suo
mandato: anno scorso 2020
che emise un’ordinanza
(la prima dal 2006) che
riconosceva il naturismo in
un tratto di 400mt non
sufficiente per i numerosi
turisti notoriamente presenti ed in anno di Covid-19 con rischio contagi per gli assembramenti e
non accettando di ampliare l’area libera di spiaggia consentita ai naturisti più a nord dove la
presenza di chi porta il costume è molto rara.
Per i naturisti occorre una legge ben chiara ma non siamo difesi adeguatamente da nessuno:
non è civile che continuino ancora denunce o segnalazioni per violazione all’art 726 del cp
(atti contrari alla pubblica decenza) od, addirittura all’art.527 del cp per “atti osceni in luogo
pubblicu) quando poi il Prefetto od i Giudici archiviano coloro che fanno ricorso e non pagano
la prevista sanzione di 3333 euro.
Da decenni la magistratura assolve il nudo terapeutico del nudo-naturista quando è praticato
in aree note o conosciute. La denuncia è sempre possibile riceverla da chi ci vuole male od
ignora la legge e questo non è giusto e condanna comunque il naturista denunciato anche se
poi viene archiviato od assolto dal giudice che assieme ad altri collaboratori toglie tempo
per occuparsi di vere questioni legali.
(Autore Fidenzio Laghi naturista pioniere)
Maggio 2021